lunedì 24 agosto 2009

Una macchinazione sbagliata di Lennon provocò lo scioglimento dei Beatles: un'inchiesta riapre il caso...


Quarant'anni dopo lo scioglimento dei Beatles, un'inchiesta ricostruisce le ultime fasi della vita della band di Liverpool: una manovra, una macchinazione sbagliata di John Lennon avrebbe dato vita alla separazione del quartetto.

Sulle pagine del quindicinale Rolling Stone, un lungo articolo-inchiesta del giornalista Mikal Gilmore fa luce sul periodo 1968/1970, ultimo triennio di attività del gruppo inglese.

Paul McCartney, nell'aprile 1970, annunciò pubblicamente la fine dei Beatles, pochi mesi dopo che John Lennon, aveva informato i suoi tre partner della sua intenzione di lasciare la band. Gilmore ha indagato un anno intero e preso circa 1.440 pagine di appunti (!), analizzando al microscopio le fasi di rottura tra i componenti dei Beatles.

Nonostante spesso si sia fato riferimento al 'divorzio' della formazione inglese, secondo Gilmore la rottura "è stata qualcosa di differente, peggiore di un divorzio". Dalle ricerche sarebbero, infatti, emerse alcune conclusioni inevitabili: la fine dei Beatles è stata generata "da una manovra di Lennon finita orribilmente male; McCartney è stato messo in una posizione impossibile da John Lennon, George Harrison e Allen Klein", manager - recentemente scomparso - che si occupò della band dopo la morte di Brian Epstein.

Gilmore sostiene che Harrison e Lennon iniziarono a 'sabotare' i Beatles sin dal 1968, ritenendo che McCartney avesse troppo potere nell'ambito delle attività dei Fabs. Per il giornalista del Rolling Stone Magazine, senza dubbio Macca "ha amato i Beatles più degli altri ed è grazie alla determinazione e alla tenacia di Paul che i Beatles si sono mossi così bene dopo la morte del loro manager Brian Epstein. E' corretto affermare che senza McCartney i Beatles non avrebbero contato così tanto nella Storia, durando così a lungo e sfoggiando grande abilità creativa".

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