lunedì 2 novembre 2009

Il manager dei Beatles raccontato nel documentario BRIAN EPSTEIN: INSIDE THE FIFTH BEATLE


Si intitola BRIAN EPSTEIN: INSIDE THE FIFTH BEATLE il documetario che racconta la vita e la carriera del manager dei Beatles. Brian Epstein, colui che venne definito "il quinto Beatle" da Paul McCartney e che fu artefice dell'ascesa del quartetto inglese, dal Cavern Club di Liverpool alle vette più alte dello showbusiness internazionale, è protagonista di un documentario incentrato su materiale d'archivio (foto e interviste d'epoca) nonché su interviste al suo entourage, ai suoi più cari amici e familiari.
Appassionato di teatro e recitazione, Epstein si trasformò da imprenditore del negozio NEMS - North End Music Store di Liverpool a più importante manager della storia del rock. "Eppy", questo il suo soprannome, morì tragicamente a 32 anni, nel 1967, per un eccessivo consumo di barbiturici e sonniferi.
"Aveva una capacità straordinaria di 'annusare' i successi da classifica nonostante non gli piacesse affatto la musica-pop!" ha ricordato il suo assistente Alistair Taylor nella pellicola che ne racconta la vicenda personale e professionale.

3 commenti:

  1. Ho letto molti libri su Brian, una personalità incredibilmente complessa la cui vita risultò enormemente complicata dall'ambivalenza tra il suo importantissimo ruolo pubblico (quello di manager del gruppo più famoso di tutti i tempi) e la sua dimensione privata (la sua condizione di omosessuale che, ricordiamolo, oggi ancora comporta assurde discriminazioni legali e di fatto in tutto il mondo e che all'epoca era considerata una malattia e, per la legge, un reato!).

    Si dice di lui che fosse una persona facile all'ira, non sempre avveduto negli affari relativi al gruppo, per quanto sempre leale e eticamente corretto negli affari, tanto da rinunciare a volte a ingaggi multimilionari pur di rispettare impegni e contratti precedentemente stipulati.

    La sua mancanza di avvedutezza lo portò a sottoscrivere un accordo per il mecato americano relativo al merchandising del gruppo che arricchì i suoi interlocutori e portò nelle sue tasche e nelle tasche dei suoi ragazzi pochi spiccioli.

    Molto si è scritto, alla luce dei suoi orientamenti sessuali, anche sulle implicazioni psicologiche del suo rapporto col gruppo, specie con John e con Paul...materia troppo delicata e intima per poter esprimere giudizi...si dice anche che la sua "autodistruzione progressiva" sia dipesa dalla convinzione che, terminate le tournee dal vivo, il gruppo (come era peraltro convinzione diffusa allora, forse anche all'interno di qualcuno dei ragazzi) si sarebbe presto sciolto rendendolo una figura "inutile".

    Forse in parte sarebbe stato vero, considerando la rapida maturazione che stavano avendo i ragazzi e che li stava portando a diventare sempre più "adulti e indipendenti" e quindi sempre meno soggetti al suo carisma, ma questa evoluzione nei rapporti, nel triennio 67-69, accadde un po' con tutte le figure di riferimento dei ragazzi (vedi George Martin).

    Eppure credo che il legame e l'affetto dei ragazzi per lui fosse davvero molto forte e basta vedere il "non-verbale" di John appena appresa la notizia della sua morte: le parole possono mentire ma il non-verbale non mente e John era davvero sconvolto e distrutto per la morte di Brian, a conferma di un legame comunque profondo.

    In conclusione credo che in una situazione storica, in un contesto e in ruolo come quello di Brian fosse davvero difficile sostenere quel peso e quelle responsabilità, difficile mantenere un adeguato equilibrio fisico e mentale, difficile tenere fuori dalla porta della propria anima l'insinuante presenza della morte.

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  2. Sono d'accordo con Antonio: il peso della fama e del successo - inatteso, esplosivo, clamoroso e irripetibile - dei Fabs si è abbattutto su Brian in maniera decisiva.
    Lennon fu molto critico con lui nell'intervista a Jann Wenner (in quella sede John riconoceva il ruolo-chiave di Epstein solo in termini di impato 'teatrale' dei Beatles, non sostanziale - mi pare un po' ingenerosa come lettura), ma fu davvero sconvolto alla notizia della sua morte.
    Senza dubbio i contratti con l'editore Dick James, con la United Artists e con i realizzatori del merchandising della Seltaeb vennero negoziati sena adeguata preparazione ma va riconosciuto a Brian il fatto di aver sempre creduto nella band, di essersene letteralmente innamorato e di aver colto gli aspetti carismatici dei sngoli componenti riproponendoli con attenzione e rispetto anche al pubblico giovanile dell'epoca.
    Un ruolo davvero insostituibile.
    In quattro erano una band, con Brian divennero una splendida macchina da music-entertainment, con George Martin divennero...i Beatles!

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  3. ciao a tutti,non dobbiamo mai finire di ringraziare Brian Epstein , in quanto senza di lui i nostri 4 ( all'epoca dell'incontro 3) avrebbero continuato molto probabilmente(non per demerito loro sicuramente) a esibirsi in palcoscenici non siccuramente all'altezza del loro talento, sicuramente a dato loro una "ripulita" ed un "aspetto"piu' presentabile per i tempi, dunque da un punto dell'immagine e' stato decisivo, in particolar modo sino al 1965 dopo i 4 avendo avuto una maggiore consapevolezza dei propri mezzi intesa erano dventati abbastanza insoffereti e critici rispetto all'operato del loro manager(molte volte visto i guadagni potenziali a ragione), non abbiamo la controprova se Brian sarebbe rimasto il loro manager se non fosse morto, io ritengo di si, almeno sin quando avrebbero continuato a collaborare insieme , ma stiamo ad i se ed i ma , tante morti o episodi sono accaduti nella storia dei Fabs..condizionandone gli eventi...
    Ma tornando brevemente a Brian Epstein, in sintesi secondo me si e' trovato all'improvviso un "giocattolo" tra le mani piu' grande di quello che avrebbe immaginato realisticamente , anche se la famosa frase:(piu' grandi di Elvis ) la disse lui.e vista la sua situazione particolare di omosessuale ebreo nel Inghilterra puritana dei primi anni 60, lo ha reso ancora piu' insicuro e dipendente da droghe , pillole o personalità forti a cui legarsi e dalle quali veniva anche usato.
    ed alla fine il suo sistema nervoso non ha piu' retto a tale impatto, probabilmente ai giorni d'oggi lui sarebbe rimasto in vita ed avrebbe avuto la forza e la sicurezza nel gestire meglio il Gruppo musicale piu' famoso della storia , ma torniamo ad i se ed i ma.
    un abbraccio a tutti.
    Giuseppe

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